Per i ragazzi de La Casa delle Luci la LIS (Lingua dei Segni Italiana) è vitale. È il modo per restare in contatto con il mondo, per comunicare e per esprimere emozioni.
Il Coronavirus e questo tempo di isolamento rappresentano per loro un grande ostacolo, aggiungono difficoltà in situazioni già complesse. Da marzo abbiamo sospeso le attività nelle nostre sedi per evitare la diffusione del contagio e, da allora, i nostri ragazzi sono isolati nelle loro case. Privati del contatto con gli educatori e i compagni, spesso hanno difficoltà comunicative anche in famiglia, perché non tutti conoscono e usano questa metodologia di comunicazione aumentativa alternativa. I nostri ragazzi per stare bene hanno bisogno di routine, di non interrompere il lavoro portato avanti con dedizione e pazienza durante tutto l’anno, ma soprattutto hanno bisogno di comunicare con persone che conoscono la lingua dei segni.
Stare chiusi in casa per alcuni di loro è particolarmente difficile, rinunciare alla routine e interrompere le comunicazioni può minare il loro, a volte precario, equilibrio.
Questo rischio esclusione cui la mancanza di una comunicazione espone, tanto più in un momento come questo, ci fa avvertire l’urgenza di esserci, di intensificare le attività e in particolare i laboratori LISguistici, anche se con una modalità diversa, sicura, efficace.
A partire da aprile abbiamo deciso di riconvertire in modalità online i nostri laboratori LISguistici per lo sviluppo delle competenze comunicative e riabilitative, e ora che abbiamo sperimentato questa metodologia abbiamo necessità di intensificare il numero di ore dedicate e migliorare la qualità dell’intervento a distanza.
Per questo vogliamo mettere a disposizione dei ragazzi un kit di materiali ad hoc su cui lavorare individualmente con gli operatori e in piccoli gruppi per attività coordinate: stessi laboratori, stesse persone, ma tutto a distanza e con nuovi strumenti, tramite materiali selezionati e piattaforme online che i nostri ragazzi hanno già imparato ad utilizzare con noi durante la Fase 1 dell’emergenza per tenere sempre vivo il contatto visivo tra noi.
Tutto questo comporta un imprevisto e significativo aumento delle ore di lavoro e del rapporto tra numero di operatori e utenti (1 a 1 negli incontri individuali e 1 a 3 negli incontri di gruppo).